Storia dell'Icona
Il conversanese Simplicio, già primicerio della Cattedrale, poi Vescovo della nostra città, fu inviato in Africa dal Pontefice Felice III (483-492) per difendere la dottrina Cattolica dall'arianesimo.
Il Vescovo partì subito conducendo reco tre giovani diaconi conversanesi, i cui nomi sono Ginobaldo, Gsulfo e Petrarca. Attraverso il Mediterraneo sbarcarono nei pressi dell'attuale Tangeri nel Marocco. Nello svolgere la sua missione, Simplicio si attirò I'ammirazione e la stima di Breno, ufficiale di Unnerico. Simplicio convertì alla fede cattolica non solo I'ufficiale Breno, ma anche la moglieValfrida insieme con lppocarda, Afarge e Afrida. Compiuta la missione la stesso ufficiale Breno aiutò Simplicio nei preparativi per il ritorno in patria, dopo avergli consegnato dell'oro affinché tornato a Conversano, costruisse quattro cappelle in onore della Beata Vergine. Il vescovo, imbarcaldosi, portò con sè un'immagine della BeataVergine, che in precedenza aveva sottratta ad un incendio di sacre icone. Partito dall'Africa, dopo una sosta nell'isola di Corfù, si diresse verso la nostra regione, decidendo di sbarcare a Polignano a Mare, ove vi era un'insenatura naturale utile all'approdo. Un vento impetuoso costrinse Simplicio a sbarcare presso la spiaggia di Cozze. Gisulfo, uno dei tre diaconi, che accompagnavano il vescovo, si portò subito a Conversano, per avvertire il Clero ed il popolo che il vescovo era tornato dall'Africa e si accingeva a rientrare nella città, portando con sè un dipinto della gran Madre di Dio.
Il Vescovo partì subito conducendo reco tre giovani diaconi conversanesi, i cui nomi sono Ginobaldo, Gsulfo e Petrarca. Attraverso il Mediterraneo sbarcarono nei pressi dell'attuale Tangeri nel Marocco. Nello svolgere la sua missione, Simplicio si attirò I'ammirazione e la stima di Breno, ufficiale di Unnerico. Simplicio convertì alla fede cattolica non solo I'ufficiale Breno, ma anche la moglieValfrida insieme con lppocarda, Afarge e Afrida. Compiuta la missione la stesso ufficiale Breno aiutò Simplicio nei preparativi per il ritorno in patria, dopo avergli consegnato dell'oro affinché tornato a Conversano, costruisse quattro cappelle in onore della Beata Vergine. Il vescovo, imbarcaldosi, portò con sè un'immagine della BeataVergine, che in precedenza aveva sottratta ad un incendio di sacre icone. Partito dall'Africa, dopo una sosta nell'isola di Corfù, si diresse verso la nostra regione, decidendo di sbarcare a Polignano a Mare, ove vi era un'insenatura naturale utile all'approdo. Un vento impetuoso costrinse Simplicio a sbarcare presso la spiaggia di Cozze. Gisulfo, uno dei tre diaconi, che accompagnavano il vescovo, si portò subito a Conversano, per avvertire il Clero ed il popolo che il vescovo era tornato dall'Africa e si accingeva a rientrare nella città, portando con sè un dipinto della gran Madre di Dio.
È facile immaginare con quanto entusiasmo il Clero ed il popolo della nostra città si mossero incontro al proprio vescovo; così la Sacra Icona della nostra Protettrice fu portata trionfalmente in Conversano; era il primo sabato di Maggio dell'anno 487 d.C..
È questo il motivo, per cui ab immemorabili la festa liturgica della BeataVergine della Fonte ogni anno si svolge il primo sabato di Maggio.